Chi siamo ai nostri occhi ed agli occhi degli altri? Ma è cosi importante capire la vera identità?
La percezione altrui di una persona avvia un processo di costruzione di un’idea che non corrisponde al reale (se di reale si può parlare!) ma che risponde alla volontà e alla necessità di vedere o non vedere una persona: posso leggere la gioia in una persona triste e la profonda malinconia in chi è gaudente ma è tutto relativo al mio voler sentire, al mio bisogno. Vedo ciò di cui ho necessità.
Il rapporto con gli altri è una trasposizione del proprio Io e condiziona il dialogo in quanto risulta improntato sulla proiezione delle proprie aspettative, positive o negative che siano. Questi meccanismi si instaurano anche quando siamo noi a parlare di noi stessi.
Possiamo affermare di noi solo relativamente a dei momenti della nostra vita, relativamente a dei sentimenti che stiamo provando: il nostro Io è relativo alle contaminazioni esterne e al tempo in cui le stiamo vivendo.
Ma chi siamo veramente?
Siamo quello che potremmo non essere perché in un determinato momento la mia persona può essere totalmente stravolta da un qualcosa o da un qualcuno e risultare totalmente differente. Tutto diventa relativo.
Quando creiamo delle aspettative di vita ci proiettiamo in un’esistenza futura migliore, astraendoci da quella che viviamo ed operando condizionamenti sul presente vissuto: anche in questo caso il tempo futuro influenza il presente, influenza il nostro Io.
Così come nelle persone cerchiamo risposte ai nostri bisogni anche dal tempo aspettiamo risposte. Tutto il mio essere diventa strettamente connesso all’essere degli altri ed al tempo in cui si realizzano gli status.
Amerò per bisogno di quel tempo, riderò per bisogno di quel tempo, sarò quello che sono per bisogno di quel tempo.
Il bisogno diventa la necessità innata di soddisfare il proprio io e portarlo verso uno stato di equilibrio emozionale.
Il tempo diventa attore fondamentale perché è la variabile che ci accompagna e che scandisce il nostro ego, un tempo futuro che si alterna ad un tempo passato, scandito da meccanismi ciclici che segnano il suo continuo ritorno in un circolo che scandisce il battito della nostra vita.
La maturità non è altro che la presa di coscienza dei passaggi scanditi più volte tra futuro, presente e passato. L’esperienza diventa un viaggio temporale.
L’identità diventa il nucleo di questi processi in continua evoluzione ed involuzione.
Identità
I live between two worlds… that’s why in life things remain a little difficult for me